9-10-1963… questa volta ho voluto iniziare con questa data, per un posto che sono andato a visitare qualche giorno fà , una data molto triste per il paese Italia in quanto alle ore 22:39 ci fu una terribile disgrazia, creata dalla stupidità del uomo: la tragedia della diga del Vajont.
Pensate un pezzo di montagna con 260 milioni di metri cubi che scivola alla velocità di 30m/s circa nel bacino artificiale creando un onda alta oltre un centinaio di metri, che in parte risalì il versante opposto per poi oltrepassare la diga e raggiungere la valle del Piave distruggendo completamente il paese di Longarone, da questo disastro si stimano un totale di 1917 vittime ma vennero recuperati solamente 1500 cadaveri di cui questi erano 487 bambini.

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Ma torniamo hai nostri giorni, alle mie sensazioni che ho provato visitando questo luogo, dopo aver passato la notte in zona Pordenone ho preso la strada regionale 251 in direzione di Maniago per poi prendere la strada che mi portava in direzione lago di Barcis e Longarone.
il Vecio come sempre, pronto a partire per questo nuovo giro è stato fantastico come sempre ed anche, se in un tratto di salita a faticato un pò, visto i suoi pochi cavalli a disposizione piano piano magari sbuffando un pò di fumo nero e riuscito portarmi fino a destinazione, che mezzo ragazzi.
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Già nelle vicinanza della diga si nota ancora la spaccatura della montagna, con lo stacco di colore fra il verde degli alberi al marrone misto grigio della roccia e nella mia mente tantissime immagini correvano grazie ad un film che avevo visto qualche anno prima diretto da Renzo Martinelli : Vajont ,se potete vederlo o acquistarlo ve lo consiglio perché è fatto veramente bene grazie anche hai suoi effetti speciali, il film tratta i fatti che accompagnarono la costruzione della diga fino al suo tragico evento.
manifesto
Una volta arrivato trovo uno dei tre parcheggi a disposizione ,questo e quello dedicato ai pullman, non ci si rende conto di essere dentro quello che doveva essere il bacino artificiale ma guardandosi bene attorno fà una cerca impressione vedere la montagna così vicino da un lato e la diga nel lato opposto, anche qui guardando questo, tante domande ti passano per la testa su come e potuto accadere , il fatto che per interessi economici si possa andare ad uccidere delle persone innocenti.
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E’ vero che in parte nei anni a seguire la giustizia ha fatto il suo corso ma niente e nessuno potrà riportare in vita le tante vittime e la cosa che sinceramente mi ha colpito sono i tanti bambini, praticamente una generazione eliminata.
Dopo queste riflessioni mi sposto nel parcheggio di sotto, praticamente difronte alla diga , qua vedo i cartelli con la sosta per il pagamento ma in questo periodo le colonine sono chiuse, quindi e gratis, cosa buona e giusta per il mio portafoglio, cmq a pensarci bene mi sarebbe piaciuto venire qui già alla sera prima per ammirare la diga e facendo le mie considerazioni personali seduto al bordo del mio Vecio, magari sarà per la prossima, penso che sia un esperienza da provare il essere lì a contatto diretto con la montagna ferita , la diga e tutto quello che e successo, credo che possa far venire veramente i brividi.
Comunque dopo aver parcheggiato il Vecio ed aver fatto qualche foto grazie alla bella giornata di sole ma molto fredda, inizio ad avviarmi verso alla diga, ovviamente essendo una giornata festiva incontro parecchie persone che sono venute a visitarla e questo secondo me è una cosa buona in quanto e giusto tenere viva la memoria su quanto è accaduto e per evitare di fare lo stesso sbaglio o simile sia nel presente che nel futuro, anche se davanti al denaro certe persone non si fanno molti scrupoli tuttora purtroppo.
Una cosa che mi ha impressionato vedendo tutto questo pezzo del monte Toc che si è staccato e vedere che la diga non ha riportato nessun danno strutturale , almeno in quello avevano fatto un buon lavoro chissà cosa non sarebbe successo se quella maledetta notte anche lei avrebbe ceduto.

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Poi nel avvio verso la diga nel ultimo parcheggio ho visto tante bandierine colorate appese e con grande curiosità sono andato a dare un occhiata ,erano state messe per ricordare i tanti bambini di questa tragedia con tanto di nome, cognome e gli anni che avevano fino a quella maledetta notte , sinceramente mi ha preso un senso di angoscia perché: finche muore un anziano o adulto già non e bello, ma quando capita a dei bambini questo è inaccettabile, in ogni modo anche nel piazzale sotto c’ era una struttura sempre con delle bandierine appese per ricordare tutti con nome e cognome.
Poi il mio giro e continuato fino ai piedi della diga e immensa questa parete di cemento armato, incredibile veramente pensare che qui in questo preciso punto tutto questo avrebbe dovuto trattenere migliaia e migliaia di litri d’ acqua e incredibile cosa riesce a creare l uomo, rimango sempre meravigliato davanti a queste cose.
Comunque dopo essere rimasto li per qualche minuto a riflettere su tutto quello che è accaduto nuovamente era arrivato il momento di riprendere la strada, una giornata che ci voleva proprio per ricordare quello che era accaduto e sopratutto per capire a quanto siamo veramente piccoli di fronte a madre natura.
Per concludere vi consiglio di fare un giro da quelle parti sia che avete un mezzo ricreazionale che non e vi saluto al prossimo post.
ciao ciao a tutti Max & il Vecio .

Max

Sono operatore dello spettacolo e tecnico video freelance. Insieme a Lucy viaggiamo a bordo del nostro van alla scoperta di posti nuovi e condividiamo le nostre avventure con articoli e video.

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