Nel cuore del plein air: visita al Museo Hymer, dove passato e presente del viaggio in camper si incontrano tra icone vintage e ispirazioni moderne. In questi giorni, assieme a Lucy, siamo in giro con il van e voglio condividere con te la visita che abbiamo fatto all’Erwin Hymer Museum, un vero e proprio viaggio nel mondo dei camper e delle roulotte.

Il nome Hymer è conosciuto come uno dei più grandi gruppi costruttori in Europa. Il suo fondatore, Erwin Hymer, è considerato uno dei pionieri di questo mondo, grazie alle sue idee e soluzioni innovative.

Negli anni, mentre l’azienda continuava a produrre nuovi modelli, lui iniziava a collezionare veicoli storici, fino a creare un museo per conservarli e raccontare la storia del viaggio in camper. Un modo per non dimenticare.

Ma andiamo con ordine.

Dopo due giorni in giro per le Dolomiti, avevamo puntato il van in direzione Francia, verso Parigi, una città che Lucy non aveva mai visto.

Appena varcato il confine con la Germania, così all’improvviso, mi viene in mente l’esistenza di questo museo. Era da anni che ne sentivo parlare da chi l’aveva visitato: tutti dicevano quanto fosse bello. Controllo sulla mappa, e scopro che è proprio sulla nostra strada! Purtroppo, arriviamo di lunedì: giorno di chiusura. Decidiamo comunque di fermarci nel grande parcheggio davanti al museo. Pioveva, come spesso in questo viaggio. Così ho approfittato per leggere un po’. Dopo anni passati dietro al monitor per montare video, finalmente stacco e mi rilasso. Poi, mentre sfoglio la mappa, scopro che a soli 15 km c’è un altro importante produttore di camper: la Carthago.

C’è un’area sosta gratuita accanto allo stabilimento, e addirittura la possibilità di fare una visita guidata interna (con prenotazione sul loro sito, anche in lingua italiana). Costo: 5 euro a persona, destinati in beneficenza. Decidiamo di iscriverci subito.

Arriviamo all’area sosta e… spettacolare! Ci troviamo tutto quello che serve: smaltimento rifiuti, energia elettrica a 0,50 €/kWh, scarico acque grigie e nere gratuito, carico acqua 0,50 € per 50 litri. Ecco: queste sono le aree sosta che dovrebbero esistere. Si paga, ma in modo giusto. Credetemi: tutti sarebbero disposti a mettere mano al portafoglio per un servizio così. Chi vuole tutto gratis… forse è meglio che resti a casa.

Purtroppo non siamo riusciti a entrare nello stabilimento: le visite erano al completo fino a metà agosto. Ma già girare tra i piazzali e lo showroom, tra camper appena usciti dalla linea di produzione, è stato affascinante. Dopo cena, scarichiamo le foto sul computer, ci rilassiamo un po’, e passiamo una notte tranquillissima. Il posto è davvero bello.

Il giorno dopo ce la prendiamo con calma. Prima di andare al museo, facciamo una passeggiata e la spesa al supermercato vicino allo stabilimento. Vedere i telai nudi da una parte, e dall’altra i camper finiti… mi affascina sempre. Cosa siamo capaci di costruire!

Facciamo carico e scarico e ci dirigiamo verso il parcheggio del museo Hymer. Sono le 11. Prima di pranzare ci dedichiamo a un po’ di attività personali. Ma… sorpresa: trovo dell’acqua sul pavimento vicino alla pompa! Controllo e scopro che si è solo allentato il filtro. Lo sistemo in fretta. Anche questo è il viaggio: non è tutto rose e fiori, bisogna saper affrontare anche gli imprevisti.

Alle 12:30 ci avviamo finalmente verso l’ingresso del museo. Mi sento carico. Emozionato. E già nel parcheggio, vedo un vecchio modello su base Mercedes, spettacolare.

Quando vedo l’interno… mi prende un colpo al cuore. Era identico al mio primo camper: un ELNAGH Briscola su base Fiat 238.

Appena varcata la soglia, sulla destra, mi colpisce un ID Buzz giallo: simpatico, moderno, curioso. Ha girato il mondo in tour, e si ispira alle linee del vecchio pulmino Volkswagen.

ID Buzz all'interno del Museo Hymer
ID Buzz all’interno del Museo Hymer

Mi piace molto, anche se, lo ammetto, con l’elettrico ancora non vado d’accordo. Forse un giorno, se riusciranno a caricare le batterie in 10 minuti… Per ora resto fedele al caro vecchio diesel.

Paghiamo i 14 euro a testa ed entriamo. Vengo subito rapito da una serie di foto appese: viaggi negli anni ’50 e ’60, scene autentiche, emozionanti. Sarà la nostalgia, ma mi hanno toccato. Quelle immagini analogiche hanno un fascino che i social non riescono a trasmettere.

Il museo si sviluppa su due piani, con aree tematiche: dalle Alpi al Belpaese, passando per l’India, il Marocco…

Solo nominarli mi accende il desiderio di un viaggio lungo, magari un anno intero. Perché no?

Scopro roulotte con motrici incredibili, che non immaginavo esistessero. Alcune risalgono addirittura alla fine degli anni ’30. I primi camper motorizzati? Dagli anni ’70, almeno per quanto ne so. Rimango sorpreso da quanto fossero già avanti all’epoca, soprattutto nell’ottimizzazione degli spazi. In ogni mezzo che tocco, la carrozzeria, gli interni, mi sembra di viaggiare nel tempo.

Nei video del museo si vede perfino un uomo lavorare con la macchina da scrivere nella roulotte: altro che nomadismo digitale! Quello era nomadismo analogico.

Mi sono piaciuti tutti i mezzi, ma ho perso la testa per due in particolare:

L’Hymer Venture S su base Mercedes 4×4: bagno allungabile, soluzioni moderne, design spaziale;

e soprattutto… un camion del 1977, su base Mercedes modello 911, trazione integrale, 130 cavalli. Funzionante, pronto a partire, appena tornato da un viaggio lungo.I proprietari lo hanno prestato al museo. Tutta meccanica pura, come piace a me.

L’interno? Una baita in legno su ruote, con spazio, comodità e persino una stufa a legna!

Sono rimasto a girargli attorno per così tanto tempo che un addetto si è avvicinato, preoccupato. Gli ho detto che stavo solo sognando.

Vorrei raccontarti ancora tanto, ma diventerebbe un romanzo. Quello che voglio lasciarti è questo: il museo è spettacolare. Mi ha emozionato. E mi ha confermato che non serve un mezzo super tecnologico per viaggiare. Anche con un camper/ van semplice, essenziale, si può andare ovunque. I mezzi esposti ne sono la prova.

E in fondo… anche con i miei video, ti ho dimostrato la stessa cosa.

Grazie di cuore al fondatore di questo museo per aver creduto in un progetto così bello.

Se ti capita di passare da queste parti, fermati. I soldi spesi saranno ben ripagati.

Ah… e per la cronaca: dopo la visita, ci siamo fermati al bar interno, e poi… abbiamo rifatto tutto il giro da capo!

Un saluto e alla prossima,

Max il Vecio

📍 Info utili:

Area sosta Carthago

Carthago Ring 1 – 88326 Aulendorf (DE)

Museo Hymer

Robert-Bosch-Str. 7 – 88339 Bad Waldsee (DE)

Aperto tutti i giorni (tranne lunedì) dalle 10 alle 18

Biglietto: 14 € (luglio 2025)

Max

Sono operatore dello spettacolo e tecnico video freelance. Insieme a Lucy viaggiamo a bordo del nostro van alla scoperta di posti nuovi e condividiamo le nostre avventure con articoli e video.

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4 commenti

  1. Grazie interessante quando riesco mi farò un giro

    1. ciao son sicuro che non ti pentirai.

  2. Ciao muli e grazie per el viaggio virtuale , qua ghe stava ben un video ma anche leggerte se stá interessante come se fossi stà un tuo video . Come c’è esser più rilasà e non dover star drio al logaritmo you tube ?

    1. eilà ciao Sergio . devo dirti che stago ben ora. ho cancellato anche le analitiche dai miei dispositivi cosi non sono tentato a vedere. comunque ogni tanto tiro fuori la camera giusto per tenermi qualche clip di ricordo . un saluto e grazie mille

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